Chi ieri ha avuto il dispiacere di vedere Matteo Salvini a “Otto e mezzo” ha avuto una sintesi, in meno di mezz’ora, di tutto quello che non è, non dovrebbe mai essere e men che meno rappresentare un ministro e un uomo di Stato.
Con la cravatta trumpiana al collo, ha ripetuto la vulgata da bar secondo cui l’Egitto è un Paese sicuro perché “ci vanno migliaia di turisti”, e una splendida Lilli Gruber lo ha messo a posto: “Anche per Regeni era sicuro?”
Da sedicente “patriota”, ha difeso a spada tratta un multimiliardario sudafricano che si permette di augurare la cacciata dei giudici italiani perché “è libero di dire quello che pensa. E lo condivido sulla magistratura, che per me è di parte”.
Ha raccontato di rischiare sei anni di carcere “per aver difeso i confini”, e anche lì Gruber, magistrale, lo ha corretto: “L’accusa è di sequestro di persona”.
Ha attaccato frontalmente i giudici, che “se sbagliano devono pagare”. Ma chi lo decide se sbagliano? Meloni e Salvini?
Ha negato l’esistenza dei fascisti, ha sostenuto il delirio secondo cui Trump porterà la pace in Ucraina e in Medio Oriente, come se fosse già magicamente accaduto.
È riuscito persino nel triplo carpiato di difendere i dazi di Trump, che aiutano l’Italia, vittima dell’Europa brutta e cattiva.
Ha definito un ex generale appena sospeso dall’Esercito per le sue opinioni razziste, sessiste e omofobe “un grande italiano”.
Si è arrampicato sui vetri per giustificare i trasporti al collasso, che è l’unica cosa di cui dovrebbe occuparsi.
Infine, in crisi totale, a corto di argomenti, dopo essere stato asfaltato, ha provato a uscirne regalando un Bacio Perugina a Lilli Gruber.
E, che ci crediate o meno, è la cosa meno imbarazzante e ridicola che quest’uomo abbia fatto o detto in mezz’ora.
L. Tosa
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