#160 – tv

 Provocatoria ma non troppo.

“Se la TV spazzatura ha riempito il cervello di tanti, è perché l’ha trovato vuoto”.

L’idea di fondo è che una mente priva di stimoli, curiosità o strumenti per analizzare ciò che vede e ascolta sia terreno fertile per accogliere passivamente contenuti di scarsa qualità. Questa frase, tuttavia, non si limita a criticare il consumo di massa, ma solleva una questione più ampia: il “vuoto” delle menti è una condizione preesistente o il risultato di un sistema sociale ed educativo che non promuove il pensiero critico? La responsabilità, quindi, non ricade solo sullo spettatore, ma anche sui media che alimentano il mercato della superficialità e su una società che spesso non fornisce alternative culturali accessibili e stimolanti. In questa prospettiva, il vuoto non è solo una metafora di ignoranza, ma una mancanza di consapevolezza e partecipazione attiva, un invito a riempire il proprio spazio mentale con contenuti di valore e a non lasciare che l’abitudine e la pigrizia decidano per noi.

#159 – mondi

 Serve immensamente la capacità di sognare, di stupirsi e di credere in qualcosa di bello, di elevato e di lieve, nella palta di questo mondo aggressivo che affossa, denigra, distrugge – e fa terra bruciata di tutto ciò che non conosce, e che non può o non vuole comprendere.

#158 – unioni

 La UE dilaniata da sofismi interni non é più capace di rigenerarsi. L’unione a 27 stati é impossibile da gestire dato che i piccoli contano quanto i grandi e ricattano tutti. C’é bisogno di un nuovo gruppo ristretto dei paesi più forti che sposi e difenda i principi della democrazia e che sia capace di rinunciare seriamente ai propri campanilismi. Una delle cose da fare subito (anche se difficile) é azzerare la burocrazia di ogni stato ripartendo da una uguale per tutti.

Il gruppo ristretto dovrà dotarsi di un unico esercito, di un unico governo e un’unica strategia industriale per fronteggiare le sfide che sono ormai a livello globale. I nostri popoli hanno capacità enormi e cultura per indirizzare le scelte strategiche verso principi che non siano guidati solo dalla forza bruta e dalla prevaricazione verso i più deboli. Ma allo stesso tempo dovremo essere determinati a difenderci da qualsiasi ingerenza da parte di bulli planetari.

#157 – divulgazioni

 La divulgazione culturale è un atto di condivisione che va oltre la semplice trasmissione di informazioni. È il ponte che collega conoscenza e consapevolezza, un mezzo per rendere accessibili a tutti argomenti complessi, rendendoli comprensibili e stimolanti. È un atto democratico: permette di abbattere barriere sociali, culturali e, spesso, anche linguistiche.

In un mondo sempre più veloce e digitale, la divulgazione culturale assume un ruolo cruciale. Non si tratta solo di diffondere sapere, ma di stimolare curiosità, incoraggiare il pensiero critico e alimentare la creatività. La cultura non è statica: evolve, si adatta, cresce con noi, e chi la divulga ha la responsabilità di preservarne l’essenza ma anche di renderla attuale.

Divulgare cultura significa creare connessioni tra passato, presente e futuro, tra tradizione e innovazione, e tra le persone stesse. È un invito a vedere il mondo con occhi nuovi, a porsi domande, a cercare risposte. È un atto di servizio verso la società e una sfida personale per chi si dedica a quest’arte.

Alla base della divulgazione culturale c’è una grande passione: per la conoscenza, per il dialogo, per l’umanità. La vera forza di chi divulga risiede nella capacità di non imporre, ma ispirare, di non semplificare in modo superficiale, ma rendere accessibile senza perdere profondità.

Così facendo, la cultura diventa non solo patrimonio di pochi, ma un bene comune, un filo invisibile che ci unisce e ci rende più forti, più consapevoli e più liberi.

#156 – pensieri

 Ci sono cose che sembrano saltare fuori d’improvviso, prima nascoste dal groviglio dei nostri pensieri.
Pensieri che, come il diradarsi delle nubi, a volte lasciano scorgere paesaggi stupendi.

#155 – tagli

 Tagli alla cultura, alla sanità, alla scuola, al diritto di avere un’abitazione, mentre chiedono un obolo/prestito a banche e assicurazioni che in ogni caso si rifaranno sui loro clienti, la cassa integrazione, mai tanto richiesta come ora, si abbatte sulle poche aziende manifatturiere rimaste. Tassisti e balneari continuano a pagare nulla o quasi, alla faccia di quei (pochi) che pagano tutto al posto loro.

Nel frattempo ci pisciano in testa e i loro elettori dicono che piove.

#154 – entusiasmi

 Imparare a coltivare l’entusiasmo è utile e prezioso: ci permette di dare un po’ di brio a quegli istanti della nostra vita in cui sentiamo che il motore rallenta un po’. E ci insegna anche ad ammirarlo negli altri, senza stare sempre a eccepire sui suoi limiti.

#153 – liberali

 I liberali al caviale si divertono a smantellare ogni forma di stato sociale, peccato che lo vogliano fare con i soldi altrui, con l’assistenzialismo che criticano quando assiste gli altri, con la solidarietà che loro negano ai lavoratori, e fino a quando la devastazione non tocca i loro interessi e le loro garanzie. Si permettono anche di chiedere soldi a chi domani potrebbe essere danneggiato dai loro attacchi allo stato sociale descritto come spreco.

#152 – smarrimenti

 Nei momenti di smarrimento, in cui mi sembra che la vita non vada nella direzione in cui vorrei andasse, nei giorni in cui l’umore non è dei migliori e ho poca voglia di fare, la soluzione che trovo per avere un nuovo slancio è dirmi che coltivare la migliore versione di me stesso è la risposta giusta, la cosa da fare quando non voglio fare altro.

#151 – informazioni

 Il clamore sull’informazione di garanzia inviata a Giorgia Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano per il caso Almasri è grottesco, esito della riduzione del dibattito politico a una sgangherata sit-com dove si passa dalla farsa al dramma e si invertono i ruoli tra eroi e villain nella stessa puntata.

La Legge Costituzionale 1/1989 dispone che per i rapporti, i referti e le denunzie relative a reati commessi dal PdC o dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni il procuratore della repubblica, omessa ogni indagine, entro 15 giorni invii gli atti e le richieste a un apposito collegio di magistrati. Quest’ultimo deciderà entro 90 giorni se archiviare o rimettere gli atti alla procura e al presidente di una delle Camere.

L’informazione di garanzia, pertanto, era un atto dovuto dopo la denuncia presentata dall’avvocato Li Gotti, così come le mosse della procura di Roma in una fase di una procedura ad hoc nella quale la magistratura inquirente non ha alcun potere di valutazione. L’archiviazione è pressoché scontata, tuttavia ad alcuni fa comodo alzare ulteriormente lo scontro istituzionale stracciandosi le vesti e urlando alle toghe rosse ovunque.

Questi non distinguono una comunicazione di iscrizione da un avviso di garanzia e vorrebbero riformare la giustizia.

#150 – navigazioni

 Da quasi mezzo secolo navigo nel mare magnum della politica. Ho a che fare con umanità, complessità e conflitti di ogni tipo. Ho avuto nella mia vita lavorativa e sociale diversi legami umani e di stima e li tengo per me. Per il resto, fino ad affondamento, continuo a navigare dando ciò che posso. Sono legato ad una deontologia e cerco di mantenerla coerente.

Chi mi conosce sa che viene prima la mia dignità rispetto ad ogni altra logica.

Fuori dalla politica, se e come pare a me, contribuisco, aiuto per quanto posso e voglio. E per quanto vuole o non vuole chi si rapporta con me. Sono libere scelte. Dico, se ne ho voglia, ciò che penso. Non ciò che vogliono gli altri.

Non sono il lattante di nessuno, se non altro perché sono ormai più prossimo alla casa di riposo che ad un futuro dalle belle speranze. E perché ho un underground di battaglie che mi permette di riconoscere ogni conflitto di potere nell’eterno ripetersi del canovaccio umano.

Bado alle mie passioni, non abbraccio guerre di religione.

#149 – quattro leggi

 Noto, non senza timore, che l’intolleranza verso ogni minimo cenno di stupidità umana cresce esponenzialmente con l’età. Mi chiedo quale potrà essere la chiave per la sopravvivenza, superati i 60 anni, o giù di lì.

Dovrò suggerire a Carlo Cipolla di aggiungere questa mia constatazione alle sue quattro leggi.

#148 – follia

 La realtà è intrisa di follia, simile a una pioggia leggera che non è visibile ma si percepisce, scivolando sulla pelle e insinuandosi nelle pieghe più profonde del pensiero.

Ogni elemento, se esaminato troppo da vicino, inizia a vibrare con un’irregolarità che sfugge alla comprensione.

Le ombre sembrano muoversi quando non si osservano, i volti noti si deformano lievemente nella memoria, e le parole – anche le più semplici – si frantumano, perdendo ogni significato.

#147 – capacità

 Serve immensamente la capacità di sognare, di stupirsi e di credere in qualcosa di bello, di elevato e di lieve, nella melma di questo mondo aggressivo che affossa, denigra, distrugge – e fa terra bruciata di tutto ciò che non conosce, e che non può o non vuole comprendere.

#146 – misteri

 A un certo punto della vita, i misteri diventano dei fallimenti della ragione perché uno ha già l’età per capire che nel nostro mondo non ci sono misteri, ma tutto è un mistero insondabile, una matematica fantasmagorica, un meccanismo incomprensibile seppur perfetto: l’algebra del senza perché.

I piccoli misteri che ci affascinano o che ci tormentano non sono altro che parodie del grande mistero fondamentale: il mistero sconcertante di vivere in un universo che cerchiamo di interpretare con l’aiuto di una mente che non riesce nemmeno a interpretare se stessa.