C’è chi nega che il patriarcato esista ancora e chi sostiene che i femminicidi non rappresentino un’emergenza in Italia. Ma c’è un dato interessante: chi abbraccia queste posizioni vota quasi sempre a destra. Perché?
Negare il problema è una scelta politica.
Minimizzare il patriarcato e i femminicidi significa accettare lo status quo. È un modo per evitare di mettere in discussione le dinamiche di potere che regolano la società. E indovina chi guadagna da questo immobilismo? Le forze conservatrici.
Le destre tradizionali si fondano su valori legati all’ordine, alla famiglia “tradizionale” e a ruoli di genere rigidi. Riconoscere il patriarcato significherebbe ammettere che questi stessi valori alimentano le disuguaglianze. Un’ammissione che non conviene.
Ogni anno, i numeri parlano chiaro. I femminicidi sono una tragedia costante. Chi nega l’emergenza spesso lo fa per non affrontare il problema alla radice: il controllo e la violenza sistemica verso le donne. Ma affrontarlo richiederebbe cambiamenti profondi.
Non parlare di femminicidi come emergenza è già una presa di posizione. Sminuire il patriarcato vuol dire sostenere implicitamente una struttura di potere che opprime metà della popolazione. E la destra? Spesso è proprio lì che troviamo questa narrativa. Non si tratta solo di politica, ma di valori. Sostenere che il patriarcato non esista o che i femminicidi non siano un’emergenza non è un’opinione neutrale. È una scelta precisa. E questa scelta sembra, con poche eccezioni, andare a destra.
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